OGNI VITA NASCE DA UNA SENTENZA DI MORTE
Magari due o tre
di voi in questi ultimi anni sono stati risucchiati in una dimensione parallela
e non sanno di cosa parla Breaking Bad. Per questi alieni provvederò a fare un riassunto
introduttivo (quello che scrivo succede praticamente nel primo episodio).
Walter White è un
grigio rappresentante della classe media che pur essendo un genio della chimica
è finito a fare l’insegnante in un anonimo liceo di Albuquerque in New Messico.
Ha un figlio adolescente affetto da paralisi cerebrale, una moglie casalinga incinta
del secondo figlio e per riuscire a far quadrare il bilancio familiare è
costretto a un umiliante secondo lavoro in un autolavaggio.
In questo non
proprio allegro contesto appena svoltata la boa dei cinquant’anni apprende di
avere un cancro terminale ai polmoni (una bella mazzata per chiunque) con al
massimo due anni di vita.
La diagnosi gli
cambierà la vita. Per potersi curare e per poter lasciare dei soldi ai
familiari alla sua morte, Walter White decide di usare le sue conoscenze
chimiche per produrre, o meglio “cucinare”, la migliore metanfetamina su piazza
con l’aiuto di un suo ex-studente, diventato nel frattempo criminale di mezza
tacca, Jesse Pinkman.
Da questa
decisione discenderanno tutti gli avvenimenti successivi che lo porteranno in
un viaggio all’interno di un mondo a lui completamente avulso in una non scontatissima
e tortuosa ascesa al potere a cui corrisponderà una discesa morale.
Breaking Bad è
quindi fondamentalmente la storia di un uomo, è una storia umana e individuale.
Non ambisce ad essere un affresco sociale come è stato The Wire. Il che
ovviamente non vieta che si possano cercare anche altre chiavi di lettura e
interpretazioni alla serie.
Nell’intenzione
del creatore Vince Gilligan la storia di Breaking Bad è quella di “Mr.Chips che
si trasforma in Scarfare” ed è un esperimento narrativo cha ha lo scopo di creare
un personaggio “in fieri” che non resti bloccato e immutabile nel corso delle
stagioni e soprattutto che passi dal ruolo di protagonista a quello di antagonista.
Per fare questo
ha preso come protagonista un individuo che, per appartenenza sociale,
istruzione, esperienza di vita e professione è la persona più improbabile
possibile per un’avventura nel mondo criminale, ma anche quello in cui lo
spettatore per affinità può più facilmente riconoscersi.
Se il pericolo di
una trasformazione troppo netta avrebbe potuto portare Walter White ad alienarsi
le simpatie dello spettatore è anche vero che dando sempre una motivazione alle
azioni del protagonista, Vince Gilligan ha portato tutta una fetta di
spettatori a parteggiare talmente per Walter da vederlo sempre come una vittima
o una persona costretta dalle circostanze a fare certe azioni e non come un vero
cattivo, pur venendo continuamente presentate al protagonista vie di fuga alternative
(vedi ed esempio l’episodio 1x05 “Gray Matter”).
In onestà, anche
se ne riconosco i crimini, anch’io mi metto tra coloro che hanno sempre
parteggiato per Mr.White per tutto il corso delle stagioni.
Che cosa significa “Breaking Bad”? La traduzione non è così
semplice e univoca perché è una tipica espressione del sud degli Stati Uniti
sconosciuta nel resto del paese. A detta del creatore Vince Gilligan, infatti,
quando espose il titolo ai produttori californiani, questi non ne capirono il
significato.
“Breaking Bad” indica qualcuno che perde la retta via a causa
di una decisione presa ingenerando una serie di conseguenze negative, ma anche
chi infrange la legge e sfida le autorità. Secondo Vince Gilligan inoltre è un’espressione
simile a “scatenare l’inferno”.
Proprio al personaggio di Walter White e alla sua decisione si
riferisce il titolo della serie pronunciata da Jesse Pinkman in una famosa
battuta del Pilot (“Nah, come on man. Some straight like you, giant stick up his ass at like
what, sixty, he’s just gonna break bad?”).
E Jesse poi
continua così:
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