Diciamo subito che nonostante la calura e la
carenza di novità estive non mi sarei mai sognata di vedere il pilot di Sneaky
Pete se non ci fosse stato scritto a caratteri cubitali il nome di Bryan
Cranston tra gli ideatori e produttori della storia, il quale tra l’altro fa
anche un cameo di cui parlerò più avanti.
Iniziamo dal principio e il principio è il titolo
stesso della serie. Forse non molti sanno che Sneaky Pete è il soprannome con
cui veniva chiamato lo stesso Cranston da ragazzo e in inglese indica qualcuno che
svicola le responsabilità.
In questo caso il titolo fa riferimento anche al
nome del protagonista, tal Marcus (un indovinatissimo Giovanni Ribisi) che,
uscito di galera, per sfuggire a un creditore si finge il suo compagno di cella,
Pete appunto, e si presenta alla porta dei nonni di costui che non lo vedono da
vent’anni.
Accettando senza troppi problemi la premessa
abbastanza improbabile della serie ovvero che Marcus venga riconosciuto dai
membri della famiglia come Pete senza dubbio alcuno, eccetto forse che dalla
nonnina (una sempre perfetta Margo Martindale), non si può non ammettere che il
topos dello scambio di personalità, vecchio quanto la letteratura stessa, sia
sempre foriero di tanti possibili sviluppi interessanti, viste anche le
infinite possibilità di declinazione che porta con sé.
E qui inizia il vero problema del pilot che invece
di rischiare si muove su binari fin troppo conosciuti; problema secondo me legato
più che altro alla rete che lo doveva trasmettere.
La serie ideata da Bryan Cranston e David Shore (il
papà di House M.D.) doveva andare in onda sulla CBS il canale network che sui
casi procedurali o casi del giorno ha costruito la propria fortuna e che sembra
non poter fare a meno di propinarceli in tutte le sue serie e in tutte le salse.
Dopo 15 minuti dall’inizio, infatti, il nostro
Pete/Marcus è già cooptato dalla famiglia, che per professione paga cauzioni, per “recuperare” insieme alla finta cugina un ex galeotto fuggitosene
con i loro soldi.
Iniziano così le più o meno interessanti indagini per
ritrovare l’uomo, che porteranno la minitrama verso l’inevitabile
lieto fine. Il tutto è scritto con brio e ironia ma a conti fatti dell’ennesima
serie con l’ennesimo caso da risolvere si può tranquillamente fare a meno.
Per mia e vostra fortuna comunque la CBS ha rinunciato al pilot che
è passato nelle mani di Amazon che, si sa, fa parte delle nuove reti online e che
si preoccupa non solo di produrre i pilot ma di farli votare ai propri utenti.
Se quello di Sneaky Pete piacerà e verrà votato la serie verrà prodotta.
Al momento non saprei nemmeno cosa augurarmi. Se
fosse un pilot CBS la chiuderei qui perché saprei già che sarebbe l’ennesima
serie con casi da risolvere che ogni tanto scarta verso la trama orizzontale (ma
non troppo che poi il pubblico si spaventa).
Essendo diventata ora una serie Amazon posso
sperare che già dall’ipotetico prossimo episodio possa prendere una strada
verso lo sviluppo di una trama orizzontale e soprattutto più ampia.
E veniamo infine a parlare di Bryan Cranton vera e
propria ciliegina sulla torta dell’episodio: Cranston appare negli ultimi due minuti,
fa il cattivo (ma va?) e con ironico savoir faire minaccia il protagonista quel
tanto che basta per risvegliare l’interesse per i possibili sviluppi futuri della
trama. Per la cronaca questa sua nuova incarnazione badass non ha nulla a che vedere con Heisenberg (e
nemmeno con Gus Fring), ma sembra ugualmente meritevole e visto che il suo
personaggio sembra legato più degli altri alla trama orizzontale si spera anche
che non finisca qui.
Tirando le somme la cosa migliore di questo pilot è
il cast (Ribisi, Martindale e il Cranston cameo, ma, onestamente, tutti sembrano
in parte) e una certa ironia con cui viene condito il tutto.
La paura più grande è che la serie possa diventare troppo simile a un procedurale.
La paura più grande è che la serie possa diventare troppo simile a un procedurale.
Se invece saprà sfruttare al meglio gli scampoli di
trama buttati in questo episodio potrebbe venirne fuori anche qualcosa di
interessante. Per ora è presto per dirlo.